viernes, 23 de marzo de 2012

POLDINA:

Sono stata invitata alla Scuola Cittadella (nella classe 2^B), dove la insegnante voleva raccontare a i bimbi “La favola di Poldina” e cosi io potevo vedere di cosa tratta quel progetto.

La finalità dell’iniziativa è far riflettere i bambini sul tema della disabilità, delle barriere architettoniche, della solidarietà, questo grazie al racconto, rappresentato dai bambini stessi.

Poldina è una bambina disabile che non può camminare ma che vorrebbe tanto percorrere i sentieri di un bosco o correre in riva al mare.
Insieme a lei ci sono alcuni amici tristi per varie ragioni: gli uccellini Cip e Ciop non hanno le piume colorate, la capretta Priscilla non ha gli zoccoli per arrampicarsi, il leone Casimiro non ha la criniera e non si sente più il re della foresta.
Convinti di poter risolvere i loro problemi, prendono una decisione: andranno insieme dal Mago senza naso che però abita su un fungo in cima a una lunga scalinata. Gli amici di Poldina non hanno difficoltà a raggiungere il Mago, ma la bambina come farà?
La conclusione della fiaba è lasciata alla fantasia dei bambini ma anche alle riflessioni fornite durante il racconto e insieme agli insegnanti.

Nel primo incontro, la maestra ha raccontato a i bimbi la favola di Poldina, di forma interattiva: alla stessa volta che la insegnante raccontava la istoria i bimbi si travestivano dei personaggi della favola.
Ci siamo stati due ore, una per raccontare la istoria e parlarne un po’ sul problema di Poldina e che possiamo fare noi per aiutarla, e un’altra dove i bimbi hanno fatto un disegno nell’ quale immaginavano il finale della istoria che era incompleta.

La settimana dopo nella classe, hanno fatto un grande cartellone con tutti i possibili soluzioni per poter aiutare a Poldina a risolvere il suo problema.

Il cartellone lo hanno presentato al secondo incontro, dove è andato un ragazzo disabile per parlare con i bimbi della sua malattia e di porche lui non si sente diverso agli altri per non poter camminare come tutti. Il ragazzo raccontava che mai è stato escluso, e che è molto fortunato perche sempre ha l’aiuto e la compagnia de suoi amici e familiari. Lui lavora e nel suo tempo libero fa volontariato in un’associazione sportiva e va alle scuole per racontare la sua storia ed aiutare ai bimbi a capire meglio certe cose.

Nell’ cartellone i bimbi hanno parlato di possibili soluzione per Poldina; come si loro sanno che la distrofia muscolare non ha cura, hanno detto che possiamo fare 3 cose per Poldina:
- Aiutarla quando a bisogno stando tutti insieme a lei
- Non marginarla
- Trattare a questa bimba eguale a un’altro compagno

Secondo me, questa esperienza è bellissima per i bimbi, ma lo è stata anche per me. Ringrazio alla classe per darmi l’opportunità di contribuire in una piccola parte di questo progetto.

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